Commedia “A MORTE DE CARNEVALE” ….
L’ambiente è quello del vicolo e della povera gente, con la sua fame, la feroce avidità di denaro e le malcelate astuzie per la sopravvivenza. una moderna corte dei miracoli dove i miserabili cercano di sopraffarsi negli interessi più spiccioli del quotidiano, con aspetti melodrammatici che però sfociano nella comicità. La vicenda si propone adattata nei vicoli di Taranto vecchia.
La trama racconta la storia di Pasquale Capozza, detto Carnevale, un vecchio usuraio, taccagno e malandato, non particolarmente amato dagli abitanti del rione, spesso costretti a ricorrere al suo “aiuto”. Carnevale, con la sua morte, può rendere felice molte persone che li devono ancora dei soldi. Ma chi però spera di ereditare la parte maggiore della sua fortuna accumulata è Antonietta, la sua serva, diventata dopo la morte della moglie, anche la sua amante. Nonostante abbia dedicato la sua vita e la sua giovinezza al vecchio usuraio, Antonietta ne ha ricevuto in cambio nulla o quasi, nemmeno l’ufficializzazione della loro unione.
Ma Carnevale ha anche un nipote, Rafaele che periodicamente va a far visita allo zio sperando di ottenere in cambio qualche lira per “tirare a campà”.
Quando il vecchio sta per morire, ecco lo scatenarsi di una comica corsa alla sua eredità:
Rafaele e Antonietta si trasformano l’uno nel più premuroso dei nipoti l’altra nella più devota delle compagne, cercando di ingraziarsi il vecchio prima che faccia testamento, ignari di un insospettabile colpo di scena finale. C’è una sorta di amara premeditazione incarnata nella figura del nipote Rafaele, che implica alla propria sfortuna con le stesse parole all’inizio e alla fine della commedia, per sovvertire la quale, l’autore propone, come via d’uscita, la dignità del lavoro, unica indicazione propositiva in una vicenda che vede nel distinto un avversario invincibile, una forza ostile in una rassegnazione irreversibile.
I particolari spassosi di questa commedia sono innumerevoli. Macchiette, caricature, beffe, satira, irriverenza, macabra comicità e buffoneria, con vecchi lazzi e malizie nuove, nel solito stile de “La Rotaia”.
Info e ticket presso la sede Fratres, via Vittorio Emanuele III n. 8, Crispiano
